Buon compleanno Noemi: quando la linearità funziona

Il corto, per via della sua durata, ha spesso bisogno di una migliore gestione dei tempi rispetto ad un lungometraggio, con molto meno spazio all’errore o alle divagazioni, perciò deve necessariamente concentrarsi su pochi, essenziali aspetti. Buon compleanno Noemi riesce a non perdere mai il focus, riuscendo a trattare più temi senza discostarsi dalla trama principale.

Il corto racconta la serata del diciassettesimo compleanno della protagonista, Noemi, che la sera stessa decide di fare l’amore per la prima volta con il proprio ragazzo Ciro. I suoi programmi cambiano però quando le sue amiche si presentano sotto casa e la invitano a festeggiare con loro. Così Noemi esce e saluta il padre, impegnato in una partita a poker, che le promette che proprio quella sera, sentendo la fortuna dalla sua parte, vincerà ed impiegherà la vincita per farle un regalo. Pescando un poker di 8, decide di scommettere più di quanto possiede, ma gli amici non glielo concedono. Cederanno solo quando, sicuro di vincere, egli metterà sul piatto proprio sua figlia, che esercita un evidente fascino sugli altri giocatori. Il poker di 8, però, non si rivelerà sufficiente per vincere la mano.

La tensione negli appena 13 minuti di corto è ben dosata, e l’aspetto tecnico in generale è ben curato, ma ciò che più colpisce dell’opera è sicuramente la sceneggiatura, che nella sua semplicità riesce, senza mai perdere linearità, a toccare diversi temi.

Quello che, ad una prima occhiata, è un corto contro il gioco d’azzardo, dà in realtà anche spunti su argomenti apparentemente distanti, a partire dal sessismo, in una storia dove un padre si sente di poter addirittura scommettere la verginità della figlia. Tema caro al cinema contemporaneo, in Buon compleanno Noemi viene trattato senza scadere mai nel banale o nel didascalico.

Bevilacqua mette anche in luce come spesso si sia costretti a crescere fin troppo in fretta per via di situazioni familiari complicate. Anche in questo caso, ciò che sorprende da una regista così giovane è come non si perda comunque il focus della narrazione, rimanendo sempre concentrati sulla trama in sé e per sé, senza mettere in risalto con artifici cinematografici i temi secondari dell’opera, lasciando quindi allo spettatore la riflessione sul film, dandogli insomma la possibilità di vedere oltre gli avvenimenti del racconto per cercare al suo interno qualche significato meno scontato, pur trattando una storia estremamente concreta e caratterizzata da un’atmosfera sì cupa, sì grottesca, ma mai finta.

In conclusione, Buon compleanno Noemi riesce, anche grazie ad un buon comparto tecnico, a mettere in scena una storia molto particolare con grande linearità, riuscendo a far riflettere sullo spettatore su diversi temi. Nonostante la giovane età della regista Angela Bevilacqua, inoltre, traspare una certa esperienza nella gestione della tensione, particolarmente difficile vista la durata del corto.

A cura di Francesco Colombo