Bicchèri di Federico Fasulo
Spesso è difficile perdonare; a volte lo è ancora di più a causa di una parola di troppo ed una conseguente umiliazione pubblica. Dopo aver involontariamente offeso il marito di fronte ad amici durante una festa, la padrona di una dimora signorile si troverà costretta a fare i conti con un dilemma: come chiedere scusa?
Regista, sceneggiatore e produttore milanese, Federico Fasulo si è diplomato alla Met Film School di Berlino nel 2016 con il cortometraggio Art for Art’s Love ed in seguito ha scritto e diretto altri tre corti: Will There Be Enough Water?, Dorsia (presentato alla decima edizione dell’Asti Film Festival e premiato per la Miglior Regia) e Bicchèri. Quest’ultimo corto, presentato nel 2023 in vari festival cinematografici italiani ed internazionali (Capitol City Film Festival, Videoconcorso Francesco Pasinetti, Cinemadamare, Dalmatia Film Festival), si interroga su come possa essere riconquistata la fiducia perduta. Girato in un raffinatissimo palazzo catanese, Bicchèri riesce nell’intento di raccontare – nella difficoltà di un tempo molto limitato – una storia completa, incorniciando nelle sue riprese la figura di una donna sulle cui spalle gravano i pezzi di una relazione dal futuro incerto.
A cura di Claudia Maria Baschiera
Forgive us our trespasses di Lorenzo Maria Chierici
I cittadini di Birmingham si ricordano bene cosa avvenne nella serata del 21 Novembre 1974: tre bombe vennero piazzate in tre differenti punti della città, ma solo due di queste esplosero, uccidendo alcuni civili e ferendone molti altri. Non tutti, però, immaginano i retroscena di un
attacco così violento: i dieci minuti cardine antecedenti alle esplosioni, le scelte compiute all’ultimo minuto ed i ripensamenti dell’ultimo secondo.
Dopo aver diretto nel 2018 il suo primo cortometraggio Eve ed aver girato nel 2019 Nelle Tue Mani, prodotto da Rai Cinema (selezionato in oltre 35 festival a livello globale), il regista e produttore Lorenzo Maria Chierici decide di portare davanti alla telecamera due storie mai raccontate, le ragioni di un padre e di un figlio in lotta contro un potere troppo forte per combatterlo da soli. In Forgive us our trespasses, mentre le voci di giornalisti presentano i sentimenti dell’epoca, filmati d’archivio vengono alternati a scene di finzione, intrecciando la Storia di una nazione alle vicende di uomini comuni ma straordinariamente coraggiosi.
Presentato nel 2022 al Roma Independent Film Festival (RIFF) nella sezione National Short Competition, il corto è stato successivamente inserito nella sezione Panorama del Festival Los Angeles – Italia 2023.
A cura di Claudia Maria Baschiera
Il dio dei gatti è immortale di Riccardo Copreni
Si dice che l’amore sia cieco e, ne Il dio dei gatti è immortale, questo detto diviene senza età. Aco, il giovane protagonista, prova dei forti sentimenti per la coetanea Cate, la quale è però adirata con lui per delle ragioni passate, oltre ad essere triste per la scomparsa del suo gatto Syd. Per riconquistare la ragazza amata, Aco promette di ritrovare il felino, iniziando un’avventura in compagnia dell’amico Cesare/Podo: riuscirà nella sua impresa e nel suo romantico intento?
Riccardo Copreni è un giovanissimo regista e produttore italiano; nato nel 1998, nel 2020 si è diplomato alla Civica Scuola di Cinema Luchino Visconti e, in questi ultimi anni, ha diretto una serie di cortometraggi che hanno ottenuto riconoscimenti internazionali. È inoltre tra i fondatori di Eclettica, «un collettivo artistico di giovani professionisti dell’audiovisivo milanesi» composto da «registi e producer che lavorano a cavallo tra la pubblicità e il cinema, specializzandosi nella produzione di cortometraggi d’autore con una connotazione di genere e l’ambizione di interloquire con il pubblico». Il dio dei gatti è immortale è ambientato in un paesino del Nord Italia non meglio definito e il protagonista è attore di un’avventura di stampo classico: ha una missione, un fedele aiutante e deve superare degli ostacoli e delle prove. Gli avversari della storia però, sono anche gli amici: capaci solo di esprimersi in maniera sboccata e schiavi di una mascolinità tossica, i membri della cricca, prima di aiutare Aco nella ricerca, lo derideranno per i suoi sentimenti e lo ostacoleranno.
Aco si sente schiacciato quindi tra le emozioni forti che prova per Cate e le aspettative del suo gruppo, dove vige l’immagine dell’uomo insensibile che deride le donne. Con le parole dello stesso regista: «Il tentativo di “beccare” il gatto è quello anche di ingabbiare dei sentimenti che sono nuovi per Aco e che, in qualche modo, egli stesso vuole cercare di domare». Alla fine, infatti, nonostante tutto, il protagonista uscirà da questa avventura in parte vittorioso e più capace di accettare il suo amore.
Uscito nel 2023, il cortometraggio è stato selezionato da vari festival nazionali ed internazionali, vincendo il premio come miglior cortometraggio del Los Angeles, Italia film festival.
A cura di Andrea Fiori
Vae victis di Andrea Sbarbaro
Vae victis (“guai ai vinti”) avrebbe detto il capo dei Galli Brenno ai romani che si erano arresi, costringendoli a pagare più oro. Vae victis ha tatuato la protagonista dell’omonimo cortometraggio sulla schiena, pronta a mostrarlo a chi si accanisce su di lei. La cinepresa indugia su un viso tumefatto, spaventato, preoccupato, e invita a chiederci che cosa sia successo a questa donna. Ma quelle cicatrici non sono – forse – frutto di una violenza brutale e gratuita, ma di uno sport, la boxe, e quella preoccupazione non viene – forse – da problemi personali, ma da un’imminente competizione. La vincerà oppure mostrerà il tatuaggio sperando che l’avversario sia clemente?
Andrea Sbarbaro, classe 1998, è un giovane regista e montatore dell’hinterland milanese che, dopo un diploma in architettura, ha frequentato la Civica Scuola di Cinema Luchino Visconti, terminando i suoi studi nel 2020. Ha esordito nel 2018 con il cortometraggio Hypochondria con cui ha ottenuto una serie di riconoscimenti internazionali, fa parte del collettivo Eclettica e, nonostante la giovane età, nel 2021 ha diretto Giovanni Storti e Teresa Acerbis ne L’impianto umano. In Vae victis, girato in piano sequenza, ci sono rabbia, paura e tensione, a cui si accompagna un senso di disorientamento, evidenziato da un’inquadratura che, ruotando, confonde lo spettatore. La stessa donna, infatti, è disorientata, sente il bisogno di sfogarsi uscendo dallo spogliatoio ed abbracciando il suo allenatore. E lo spettatore, portato inizialmente a sospettare che le cicatrici e l’ambientazione siano il preludio di una situazione drammatica e pericolosa, alla fine si sente rincuorato nel vedere lo sguardo deciso della protagonista che, accompagnata da un crescendo musicale, si prepara al combattimento.
Presentato nel 2022, come altre opere del giovane regista Andrea Sbarbaro, Vae victis è entrato in concorso in numerosi festival nazionali ed internazionali tra cui l’Independent Days International Filmfestival, il Portobello Film Festival, il Festival Internacional de Cine de
Villa de Leyva e il Villammare Film Festival.
A cura di Andrea Fiori