Gioco di sguardi

Drasticamente piombato in una vita diversa. Precipitosamente chiamato a fare i conti con sé stesso. Inevitabilmente obbligato a cambiare sguardo sulla realtà che lo circonda. Sono queste le fasi che attraversa Bruno Salvati, regista di professione, quando scopre di essere malato: ha un tumore al sangue e senza trapianto ha il tempo contato.

Cosa rimane a un uomo malato, da poco separato e senza successo sul lavoro? In tanti forse risponderemmo: «niente», ma Bruni ci sfida. La sua risposta è un’altra e la urla forte e chiaro tra le sequenze di questo film: a quell’uomo rimangono gli sguardi. Lo sguardo penetrante della figlia, della dottoressa e della ex-moglie – unica parte del viso che può vedere a causa della mascherina – che lo tengono vivono durante la chemioterapia; lo sguardo rinnovato con cui lui guarda il padre e la madre ormai defunta; ma soprattutto lo sguardo con cui guarda sé stesso, che cambierà per sempre dalla diagnosi in avanti. Il percorso in cui Bruni ci accompagna è un intensissimo gioco di sguardi tra il protagonista e la sua vita: parzialmente autobiografica, la pellicola ci racconta di come alcuni eventi della vita – e a volte anche solo il continuare a vivere – facciano sì che il nostro modo di vedere le cose sia inevitabilmente trasformato. E che con questo cambi anche la nostra persona, e con lei tutta la nostra vita. È un percorso per guardare indietro, aprire gli occhi sul passato, ma anche e soprattutto sul presente: scoprire che «la sua testa è a forma di lampadina», che Roma è bella la mattina presto, che i suoi figli hanno varie allergie; scoprire che il cinema è davvero la sua passione e che, infondo, nessuno è perfetto, nemmeno lui.

Senza saperlo (il film è stato finito di registrare nel dicembre 2019), Francesco Bruni ha centrato in pieno uno dei temi a noi più quotidiani in questo momento storico: per via delle mascherine anche noi, oggi, siamo costretti a vedere il mondo e le altre persone solo attraverso i loro sguardi, perché del loro viso non vediamo nient’altro. E in questa pellicola dunque ne capiamo l’importanza, il valore e tutte le sfaccettature, anche nelle situazioni più drammatiche e disperate. Ed è solo così che vedremo, assieme a Bruno, «cosa sarà».

A cura di Agnese Graziani