Dead Man not smoking
William Blake nel Far West in bianco e nero? Jarmusch racconta di un viaggio dall’est all’ovest di un “dead man”, un uomo morto, o meglio un uomo che è già morto, ma deve ancora morire. Si sa che da sempre il significato simbolico della morte non è soltanto una fine, ma una rinascita, una trasformazione interiore. Quello che il regista americano mette in scena è infatti un percorso di preparazione verso una nuova condizione dell’essere. E perché il personaggio protagonista (Johnny Depp) si chiama proprio William Blake come il famoso poeta inglese? Forse per la natura dei suoi versi volti alla ricerca della spiritualità, che possono ben rappresentare uno stadio intermedio, di cambiamento e di transizione.
Il film inizia e si conclude con un uomo su un mezzo di trasporto, prima il treno (immancabile ferrovia che attraversa il West) e poi una canoa riempita con rami di cedro: due culture a confronto, che la regia descrive ribaltando i canoni classici del western. I colori caldi e i cowboy sono rimpiazzati da un freddo e contrastato bianco e nero e dall’inconfondibile chitarra di Neil Young che diventa una presenza indispensabile. Il personaggio che accompagna Blake nel suo viaggio quasi come un Caronte o un Virgilio è Nessuno: un indiano d’America ripudiato dalla propria gente e cresciuto in Inghilterra. È lui che lo guida verso una nuova conoscenza di sé e di accettazione della propria morte, forse di resa. William Blake passa da impiegato contabile a ricercato per omicidio per abbandonarsi infine alla morte come uomo libero, svincolato dal sogno americano che svanisce con lui su quella canoa.
“Every night and every morn, some to misery are born. Every morn and every night, some are born to sweet delight. Some are born to sweet delight; some are born to endless night” (William Blake, Auguries of Innocence).
Il film traccia un legame particolare tra presente e passato, tra due personaggi che si collocano oltre i confini e gli estremi dell’american dream per ricercare qualcosa di altro, di immateriale, fuori dai sistemi preordinati (religione, società, famiglia). Eloquente in questo senso la metafora del tabacco, merce di scambio preziosa e richiesta all’epoca, che però Blake non compra, non fuma, non trova finché non è disteso nella sua barca-bara e guarda il cielo. Non è più estraneo a ciò che lo circonda, non è più isolato in un vagone inospitale, ma viene cullato dall’acqua e dalla propria pace. E noi con lui fino all’ultima nota e all’ultimo frame.
A cura di Emma Onesti