Eternal Sunshine of the Spotless Mind e quell’imperdonabile errore di traduzione
Avete mai avuto l’impressione di trovarvi davanti a una persona dall’aspetto banale, prevedibile, che però
riesce a smentire la vostra percezione dopo una bella chiacchierata? Ecco, la stessa sensazione la proverete
guardando Eternal Sunshine of the Spotless Mind; peccato che la profondità del film non traspaia dal titolo
italiano Se mi lasci ti cancello.
Il titolo Eternal Sunshine of the Spotless Mind è un verso del carme di Alexander Pope Eloisa to Abelard
(1717) che ritroviamo all’interno del film:
“How happy is the blameless vestal’s lot!
The world forgetting, by the world forgot.
Eternal sunshine of the spotless mind!
Each pray’r accepted, and each wish resign’d.”
La traduzione letterale del titolo, ovvero “Infinita letizia della mente candida”, è stata scartata dai distributori
per un adattamento linguistico di dubbia efficacia. La soluzione italiana Se mi lasci ti cancello, infatti,
garantisce sicuramente un’immediata comprensione della trama del film, ma non fornisce la chiave di lettura dello stesso. Anzi, questa scelta lo riduce alla classica commedia romantica dove lei incontra lui, lui incontra
lei, i due si innamorano, e dopo un po’ la passione svanisce. Ma Eternal Sunshine of the Spotless Mind non è
questo, è un’esplosione di emozioni che si susseguono in un ordine apparentemente illogico e che
costringono lo spettatore a rimanere incollato allo schermo per non perderne il filo.
Proviamo a concentrarci quindi sul titolo inglese e sulla sua traduzione letterale, ovvero “Infinita letizia della
mente candida”. Qual è la prima cosa che si nota leggendolo? Probabilmente la leggerezza, l’impersonalità e
l’armonia sonora delle parole che compongono il verso. Scelta casuale dello sceneggiatore? No di certo,
perché è proprio qui che si cela il cuore del film e il senso della ricerca di Charlie Kaufman. L’infinita letizia
della mente candida indica infatti la gioia che la mente dei protagonisti (e più in generale degli esseri umani)
dovrebbe provare nell’essere “spotless”, letteralmente senza macchie, qui, metaforicamente, priva di ricordi.
Il verso inglese fluttua all’interno del carme come qualcosa di etereo e sospeso nel tempo, qualcosa di libero,
come la mente vorrebbe sentirsi. Bisogna però fare un passo ulteriore, soprattutto per capire il motivo, non
casuale, del modo condizionale prima utilizzato. In contrapposizione al titolo, quasi rarefatto, vi sono infatti i
ricordi vividi di Joel, che veloci sfrecciano nella sua mente e che tentano, almeno quelli positivi, di rimanere
aggrappati non solo alla sua memoria, ma anche al suo cuore.
Allontanandoci dal piano linguistico, cerchiamo di capire ora perché il titolo in italiano è troppo “materiale e
concreto” analizzando il titolo originale. Esso offre due visioni opposte (ma forse anche complementari)
sulla tematica del ricordo e, in particolare, sul ricordo di un amore. Da un lato Nietzsche, che nella sua opera
Sull’utilità e il danno della storia per la vita parla della cosiddetta “malattia storica”, condizione per cui
l’agire umano è inerte davanti a una mistificazione del passato e della storia. La soluzione proposta è l’oblio,
ed è proprio quello che decidono di fare Joel e Clementine: dimenticare per sgravarsi dal peso dei ricordi, per
riappropriarsi della propria vita e per vivere nel “qui e ora”. Dall’altro lato invece Bergson, che distingue la
memoria dal ricordo. La memoria è la coscienza che custodisce tutto ciò che accade, è sostanzialmente il
passato che ci segue in ogni momento del nostro agire. La memoria è strettamente legata al concetto di
durata, perché abbraccia qualcosa di più ampio, ovvero la nostra intera esperienza personale non riducibile a
un singolo istante. Il ricordo, d’altro canto, è la materializzazione di un’immagine fissa nella nostra
memoria, è, in altre parole, un momento di quella durata (ovvero della memoria).
Ecco, quindi, il punto di svolta che permette di giustificare l’utilizzo del modo condizionale. Se è vero che il
ricordo è solo un momento della memoria e può essere cancellato, in astratto, dalla catena dei ricordi,
concedendo un presunto senso di libertà a Joel e Clementine, è altrettanto vero che questo non li farà mai
sentire pienamente liberi. Infatti la memoria, e quindi l’insieme delle loro esperienze, non è altro che la loro
identità, ciò che sono e ciò che hanno vissuto. Cosa rimane se la cancelliamo? Un vuoto incolmabile,
rappresentato visivamente anche dai capelli blu di Clementine che simboleggiano tristezza e solitudine. Il
colore blu, infatti, simboleggia melanconia fin dal XIV secolo, e in inglese si utilizza l’espressione I’m
feeling blue quando qualcuno si sente depresso, triste o giù di corda, spesso senza sapere la vera ragione di
questo stato d’animo. Ed è proprio così che si sentono Joel e Clementine dopo essersi sottoposti
all’intervento: vuoti e tristi senza comprendere il perché. Il vuoto generato non potrà mai essere colmato dal
senso di libertà che i due avrebbero voluto provare privandosi dei loro ricordi, perché la libertà piena è
raggiungibile solo con la pienezza di sé e della propria identità, cosa che i due hanno cancellato eliminando i
ricordi che compongono una parte della loro esperienza personale (e cioè la loro storia d’amore).
Tutto quello che abbiamo ricavato finora dal titolo inglese non riusciamo a ricavarlo dal titolo italiano, che
pone la questione in modo troppo semplicistico: Se mi lasci, ti cancello! In realtà, così semplice non è, e lo
dimostra anche il momento stesso in cui Joel e Clementine si ritrovano. C’è infatti una forza molto più
potente che sottostà a questo ritorno: la memoria del cuore. Molti potrebbero considerare ciò come la dimostrazione della debolezza dell’uomo, per il quale forse repetita non iuvant; altri, inguaribili romantici, potrebbero considerarlo come la forza più profonda che risiede nell’amore che due persone hanno provato. Il
ricordo, seppure eliminato a livello celebrale, troverà sempre un posto nel cuore di chi, come Joel e
Clementine, ha amato ardentemente, entrando nella più profonda connessione con un’altra anima, con la sua
vera essenza, con la sua identità, che nessuna clinica come Lacuna Inc. potrà mai debellare.
Ecco quindi il significato profondo del titolo originale: dimenticare per agire nel presente e al contempo non
dimenticare chi siamo e cosa siamo stati per raggiungere la piena libertà; questo significa avere una “mente
candida”.
A cura di Sofia Quadrelli