Hit Man: fare centro con l’ironia

Nel 2020 Favolacce dei Fratelli D’Innocenzo si apriva con un’affermazione relativa alla trama divenuta nel tempo tanto iconica quanto difficile da comprendere: «Ispirata a una storia vera che è stata ispirata a una storia falsa, la quale non è molto ispirata». Dovendo approcciarsi a Hit Man di Richard Linklater, il gioco in apparenza è lo stesso, anche se la base di partenza di quest’ultimo, oltre che essere reale, è in realtà molto più che ispirata.

L’autore della cosiddetta trilogia del Before e di Boyhood (2014) decide di raccontare infatti la storia di Gary Johnson (Glen Powell, anche co-sceneggiatore), un professore universitario diventato hit man. Il termine anglofono fa riferimento a quella specifica categoria di poliziotti in borghese che si fingono sicari professionisti al fine di far cadere in una forma di autodenuncia i malcapitati e malintenzionati committenti. Gary nella vita fa però appunto tutt’altro: insegna psicologia e questa occasione fortuita gli dà modo, a suo dire, di sperimentare sul campo alcune nozioni che fino a quel punto erano rimaste solo sulla carta stampata dei libri di testo.

Hit Man è un’opera unica nel suo genere, che va dalla commedia brillante, grazie soprattutto alla qualità nella scrittura dei dialoghi, a quella dell’equivoco con tonalità grottesche, prossime forse al cinema dei fratelli Coen. Gary Johnson viene eletto a marionetta multiforme capace di trasformarsi in maniera camaleontica in più persone e in continua evoluzione e interscambio tra le parti interiori di sé stesso (i più volti citati Ego, Es, Super Io). La regia di Linklater si immerge completamente nella storia, diventando a tratti mimetica e nascosta come l’identità del protagonista. A sorprendere più di tutto è infatti la capacità di dirigere Glen Powell in coppia con Adria Arjona, entrambi senza dubbio alla migliore performance della loro carriera.

Il risultato è un film riuscitissimo, calibrato tra ironia sottile e bieca comicità in ogni suo singolo aspetto. Il disvelamento finale che parte della trama è stata totalmente inventata trasforma il tributo al recentemente scomparso ma realmente esistito Gary Johnson ancora più esilarante. Dopo l’ottima accoglienza riservata al semi-autobiografico Apollo 10 e mezzo, la speranza è che anche Hit Man possa fare centro nel cuore dei più cinefili e non solo.

A cura di Andrea Valmori