Malena – Un sogno siciliano
Giuseppe Tornatore è uno dei cineasti italiani più conosciuti al mondo ma è anche una figura enigmatica, a volte difficile da inquadrare. Il suo più grande successo, Nuovo Cinema Paradiso, è un film caratterizzato dalla vitalità dell’infanzia, dalla passione dell’adolescenza, dal calore della Sicilia e del suo popolo, che nasconde però un pessimismo cronico e una profonda sfiducia nell’amore, nell’uomo e nella sua terra. Nelle sue opere successive, negatività e fatalismo emergono sempre di più – fra tutti il thriller Una pura formalità – e non a caso quando torna in Sicilia, nel 1995, con L’uomo delle stelle, Tornatore racconta la storia di un truffatore, un imbroglione che finge di fare provini per il cinema.
In Malena (2000), terzo film “siciliano” del regista, ciò che è rimasto di quella terra felice sono solo i suoi colori accesi. Qui, la Sicilia è terra di sfruttatori e approfittatori, che sparlano e godono delle disgrazie altrui ma che dimenticano tutto se è per il loro tornaconto. Siamo nel periodo della Seconda guerra mondiale e la protagonista, che dà il nome alla pellicola, è una giovane donna dalla bellezza straordinaria – interpretata da Monica Bellucci – che rimane vedova del marito, morto in azione. Bramata dagli uomini e invidiata dalle donne, Malena sarà oggetto di odio e di meschinità, che la porteranno a perdere tutto e la renderanno il capro espiatorio dell’intero paesino. Come in un incubo, i volti degli abitanti di Castelcuto circondano Malena e al suo passaggio si contraggono in smorfie inquietanti e recitano commenti che suonano come sentenze.
La narrazione avviene attraverso gli occhi di Renato, un ragazzino che si è innamorato di Malena e che la spia ogni giorno. Lo sguardo del protagonista (e quindi il nostro) è carico di ossessione tanto quanto quello dei suoi compaesani, al punto che l’intero film si potrebbe definire una “pulsione sessuale repressa”. Come i baci tagliati di Nuovo Cinema Paradiso che vengono rubati agli occhi del pubblico dalle censure del parroco, anche in Malena, un film così apparentemente erotico, l’intimità del personaggio di Monica Bellucci ci viene in un certo senso nascosta, con un processo di selezione del visibile riconducibile alla gelosia (ma anche al rispetto) che Renato ha nei confronti della donna.
Lo sguardo maschile e la donna come oggetto del desiderio sono elementi ritrovabili nel cinema di un altro grande maestro, Federico Fellini, che dev’essere certamente stato di grande ispirazione per Nuovo Cinema Paradiso. In Malena non è difficile vedere alcune somiglianze con la Gradisca di Amarcord, anche se ci sono ancora più punti in comune con un personaggio di un altro grande autore felliniano, Paolo Sorrentino. In È stata la mano di Dio, infatti, zia Patrizia èspesso oggetto dello sguardo maschile – specialmente da parte del protagonista – e segue una parabola discendente per certi versi simile a quella di Malena. Nel film di Sorrentino, tra l’altro, è presente anche un altro dei grandi temi di Tornatore, ovvero la fuga dalla città natale.
Il carattere onirico dell’opera viene esplicitato dalle fantasie del protagonista, che si presentano davanti ai suoi occhi e che cercano di completare la realtà – cosa c’è dietro alla porta, o cosa fa Malena coi nazisti – o di costruirne una nuova – in cui Malena si accorge finalmente del suo amore. Quelli più rappresentativi, però, sono i sogni cinematografici, che vedono la fantasia amorosa di Renato risolversi in un film western, noir, drammatico o d’azione, come se fossero un complemento delle scene che Salvatore immaginava guardando i tagli di pellicola in Nuovo Cinema Paradiso. In Malena, la fantasia dell’infanzia si unisce all’amore e alla sessualità dell’adolescenza.
A cura di Dario Marchiani