Nightmare Before Christmas: un Natale da brividi

Jack Skeletron ha organizzato un altro Halloween straordinario: un consesso di mostri cantanti lo ha incoronato ancora una volta re delle zucche. Eppure, nonostante i successi inanellati sembra ormai assuefatto a una routine fatta di strida e di terrore che non lo eccita più. Per questo motivo vaga senza meta in una foresta spettrale scortato dal suo cane Zero. Il suo cuore scheletrito tornerà a battere solo alla vista della policromia scintillante della Città del Natale, in cui capiterà quasi per caso e di cui si innamorerà perdutamente ricevendo così un nuovo stimolo. Jack decide infatti che quell’anno sarà la Città di Halloween ad occuparsi dell’organizzazione della festa del Natale.

Dopo aver costretto «Babbo Na-chele» (Sandy Claws) a una vacanza forzata che assomiglia più a un sequestro, la popolazione mostruosa della Città di Halloween inizia a confezionare regali improbabili come cappelli di pipistrello o teste mozzate. Jack nel frattempo, così allampanato e filiforme, indossa barba bianca e abito rosso e si trasforma in un grottesco Babbo Natale che guida una slitta-cassa da morto trainata da renne tutt’ossa.

Le buone intenzioni del re delle zucche si riveleranno però poco fruttuose e porteranno terrore e spavento nelle case dei bravi bambini, che arriveranno a sbarrare le porte e ad accendere i fuochi dei camini per evitare ulteriori intrusioni. Saranno solo la lungimiranza della dolce Sally e la buona volontà del vero Babbo Natale a salvare la mattina del 25 dicembre. E così, nello stesso giorno, anche la Città di Halloween si ricoprirà per la prima volta di un manto di neve bianchissima.

Nightmare Before Christmas è un film in cui i rimandi si moltiplicano: Jack, che vuole “rubare” il Natale come il Grinch, si muove in un paesaggio dalle suggestioni gotiche degne del miglior espressionismo tedesco e ci consegna una morale di accettazione del diverso come ogni fiaba che si rispetti. L’inconfondibile stile di Tim Burton, una potente colonna sonora e l’impiego innovativo dell’animazione stop-motion sono gli ingredienti vincenti per una pellicola di culto che dopo quasi trent’anni continua a parlare ai piccoli di ieri e ai grandi di domani.

A cura di Mattia Rizzi