Quando tutto è in bilico, occorre trovare qualcuno che ci sostenga
Un’insolita cornice nebbiosa accoglie lo spettatore in una Dublino di vent’anni fa, protagonista di un’Irlanda laboriosa e sincera, erede di una tradizione di uomini e donne dalle vite semplici ma ricche di speranza. Un giovane cantautore cerca di preservare la sua dignità fra un lavoro diurno – quello di addetto alla riparazione di aspirapolveri usati – e la ricerca appassionata di pubblico nelle strade irlandesi che anima armato della sua chitarra melodica.
Le grigie giornate dei protagonisti, il cui nome rimane a noi segreto, si incrociano fra le strade della città. Lui alla disperata ricerca di trasformare la propria musica in realtà, lei – atterrata dalla Repubblica Ceca – alla ricerca di qualcuno a cui aggrapparsi, una persona il cui sguardo la guidi. (Cancellato dopo i due punti)
Il loro incontro è spigoloso, ruvido, la distanza aumenta alimentata dal difficile carattere di lui e, d’altra parte, dalla paura di rimanere, ancora una volta, tradita. L’attrazione che li ha portati a conoscersi fra le strade di Dublino diviene calamita nel momento in cui scoprono di condividere la stessa passione, la stessa naturale dote innata: la musica. Lui musicista di chitarra acustica, lei pianista dalle dita vellutate. Questa loro passione li trascinerà a unire ed intrecciare le proprie vite alla continua ricerca di ciò che amano.
La pellicola racconta due storie diverse: da un lato quella dei protagonisti, melensa ed a tratti troppo lenta, déjà-vu di un cinema sperimentale, ormai troppo riflessivo per il pubblico contemporaneo; dall’altro affascina forse di più il percorso produttivo che ha condotto il film dall’ideazione alle sale. Il budget per la realizzazione è estremamente povero, finanziato in parte dalla commissione culturale irlandese ed in parte dal regista stesso. Gli attori, o per meglio dire i protagonisti, non sono affatto attori, bensì musicisti professionisti prestati al mondo del cinema proprio per cercare un realismo ed una verità concreta, senza però lapidare i miseri finanziamenti raccolti.
Questa commistione di eventi fiabeschi non vede però un lieto fine: la protagonista, vittima della propria inesperienza, non viene considerata all’altezza del ruolo al punto da costringere Cillian Murphy – inizialmente selezionato per il ruolo di protagonista – ad abbandonare il progetto in quanto sfiduciato dalla prova attoriale della sua compagna. La fiducia riposta in questa pellicola, però, ripaga. Nel 2007 Once ottiene un Oscar per la miglior canzone (Falling Slowly) e riesce così nell’impresa di sconfiggere Golia, l’industria dello spettacolo hollywoodiana che tutto può.
Ogni cosa rimane in bilico in questa sussurrata love story girata come cinema verità. Difficilmente una storia d’amore contemporanea potrebbe essere raccontata in modo più autentico, delicato e semplice di come avviene in Once.
A cura di Alessandro Benedetti