Il crollo di uno chef
Per niente al mondo è un film sorprendente. Ricco di suspense e adrenalina, tiene incollato lo spettatore dal primo minuto fino all’ultimo colpo di scena. Il regista Ciro D’Emilio racconta la storia di Bernardo, chef proprietario di un ristorante che va a gonfie vele, padre di Giuditta e circondato da due cari amici che frequenta spesso. Un giorno, però, la polizia bussa alla porta con un mandato d’arresto e Bernardo viene accusato di essere la mente di una banda di rapinatori. Che cosa si è disposti a fare per riavere indietro la propria vita?
Sull’orlo del successo, Bernardo è pronto a rinnovare il suo ristorante spendendo un’ingente somma di denaro. Ammirando il plastico della struttura insieme alla figlia, le dice che la sensazione che dovrà avere quando ci entrerà non dovrà «essere quella di entrare in un ristorante ma in un teatro». «Sei tu l’attore principale?» – le chiede Giuditta. «Certo» – risponde il padresenza esitare. Questo dialogo, come i tanti ben scritti all’interno del film, è un po’ il fulcro della vicenda, poiché racconta perfettamente il sentimento legato alla ricerca frenetica del successo. Vogliamo essere a tutti i costi i protagonisti della nostra vita e siamo disposti a fare di tutto per avere riconoscenza da parte di chi ci circonda. Per niente al mondo racconta infatti dell’ossessione di essere i numeri uno; l’incubo dell’uomo moderno che ha il timore di diventare un nulla, un nessuno. Peccato, però, che ci dimentichiamo quanto la vita non riservi certezze o sicurezze assolute, bensì insidie che prima o poi bussano alla porta di tutti.
Ambientato in un Veneto che racconta una società votata al progresso, al successo e al denaro, Per niente al mondo si erge sulla storia di un mito che crolla, il mito di noi stessi: è impossibile infatti costruire la propria vita contando solo sulle proprie potenzialità; ci costruiamo un piedistallo fatto di sabbia pronto crollare all’arrivo dell’alta marea.
Il comparto tecnico, dalla fotografia alla regia, dà vita a un lungometraggio di spessore, infoltito da ottime interpretazioni da parte di tutto il cast, con una menzione speciale a Guido Caprino nei panni del protagonista. Tra Flashback e Flashforward, infatti, impariamo a conoscerlo sempre di più: a partire dal periodo cruciale trascorso in carcere, dove incontra il suo compagno di cella Elia, passando per la passione come pilota di rally, fino al ritorno alla libertà (divenuta forse più opprimente delle giornate trascorse dietro le sbarre). Bernardo, un personaggio scorsesiano, solo e dannato, ci porterà nei meandri della sua anima e accompagnerà lo spettatore fino al profondo degli inferi.
A cura di Matteo Malaisi