La solitudine non è una scelta, il riscatto è un obbligo
La vita dei protagonisti si svolge nella tenebrosa periferia di Boston, in particolare nel quartiere di Charlestown, sobborgo malfamato e casa di chi ha avuto un duro scontro con la vita. È il caso di Doug, condannato da amicizie sbagliate e l’eredità di un padre criminale. La malavita di strada appare non solo come l’unica soluzione ma come l’unico spiraglio in grado di regalargli speranza. Sono i caveaux delle banche la sfida preferita da Doug e la sua banda, che con esperienza riescono a ripulire senza destare alcun sospetto. Fino a quando non è l’amore a scoprire le carte sul tavolo. Quella che era la vittima della rapina perfetta, testimone del furto, diventa immediatamente un chiodo fisso, difficile dimenticarsene e impossibile da avvicinare. Senza neanche volerlo, però, la coscienza sporca di Doug gli cambierà la vita dentro ad una lavanderia.
La città come luogo di scontri tra legalità e delinquenza si conferma ancora una volta come un topos del cinema a stelle e strisce. Questa volta a trasporre sullo schermo questo scenario è Ben Affleck, dopo una carriera trascorsa come attore, ora alla seconda prova di regista. Il film è sicuramente gradevole, la trama è facilmente intuibile. Si può dire che Affleck, allo stesso tempo protagonista della pellicola, sfrutti la tradizione aderendo ai codici artistici del genere, senza ricercare in alcun modo un’ostentata originalità. È allo stesso tempo il pregio, come il peggior difetto, del film e del regista stesso: una prova scolastica, classica e deludente dal punto di vista dei colpi di scena. Sicuramente Ben Affleck brilla qui più come attore che come regista, facendo diversi passi indietro rispetto all’esordio Gone Baby Gone.
L’operazione The Town rimane comunque apprezzabile, capace di gestire un’ampia galleria di personaggi, storie e caratteristiche molto diverse tra loro, senza però forzarne i connotati: un cast che riesce a interpretare con merito un ventaglio di personaggi scontati e prevedibili. Rimane comunque di questo film l’epilogo denso di speranza e ottimismo. L’impossibilità di un’alternativa al marcio della società accompagna i protagonisti nella maggior parte del film; fare i conti con i padri e il quartiere rappresenta una scelta dalla quale non si torna più indietro, almeno fino a quando una piccola luce di speranza illumina il loro percorso.
A cura di Alessandro Benedetti