Top Gun: il ritorno degli anni ’80
Quando Top Gun venne proiettato la prima volta, il Muro di Berlino doveva ancora cadere, Maradona vinceva il suo primo e unico Mondiale, Tarantino faceva ancora il dipendente alla Video Archives e Quei Bravi Ragazzi doveva ancora uscire. Insomma, tantissimo tempo fa. Già dal primo fotogramma di Top Gun: Maverick, si viene catapultati indietro nel tempo. È un ritorno degli anni ’80, dei suoi cliché, dei protagonisti che fanno a gara di mascolinità, del doppiaggio con le solite frasi fatte, del tipo: «Ragazzo, non sei poi così male».
Eppure, tutto questo perde di significato, paradossalmente, grazie al personaggio di Tom Cruise. Maverick, il soprannome di Pete Mitchell, non è più uno dei due maschi Alpha del primo film. Non può più esserlo, perché è più vecchio, più esperto, ha le occhiaie per ciò che ha affrontato e per aver visto un amico morire in combattimento. Quindi sin da subito ci vengono messe a confronto queste due situazioni: da una parte, i Maverick e gli Ice del momento, cioè Jake Seresin (Glen Powell) e Bradley Bradshaw (Miles Teller), che si sbeffeggiano come bambini dell’asilo. Dall’altra, il vero Maverick che li osserva meditando sul passato. Il protagonista, che ha vissuto la propria vita in conformità con il soprannome, che in inglese significa “anticonformista”, è denigrato da tutta la Marina Americana, poiché spesso la sua sregolatezza superava il suo genio. D’altra parte, quest’ultimo esisteva ed esiste ancora: nessuno guida i caccia come lui, nessuno conosce a fondo gli strumenti e i trucchi del mestiere come lui. Insomma, è bravo, e, all’interno della Marina, pur turandosi il naso, questa cosa viene riconosciuta. Per questo motivo torna a To Gun: per insegnare alle nuove generazioni. Tuttavia, questo ritorno è un bicchiere amaro per Maverick, perché significa che tutti i ricordi con cui ha vissuto negli ultimi trent’anni tornano in vita.
Se la malinconia assale Pete “Mav” Mithcell, anche lo spettatore non ne è esente. Persino chi, nel lontano 1986, non c’era ma ha recuperato il primo Top Gun più tardi, non può far altro che apprezzare le capacità artistiche di non ripetersi, di ricreare e, allo stesso tempo, di reinventare le emozioni della prima pellicola. Un’assenza eccellente c’è: Kelly McGillis nei panni di Charlie, l’astrofisica di cui si innamora Maverick nel primo film. Joseph Kosinski ha provato a motivarne l’assenza avvalendosi di scuse estemporanee. La realtà dei fatti è però amaramente espressa dalla stessa McGillis in una sua dichiarazione: «Sono vecchia, sono grassa e dimostro esattamente l’età che ho». Anche Ice, interpretato da Val Kilmer, dimostra esattamente l’età che ha, soprattutto se si inserisce in un film con Tom Cruise e Jennifer Connelly. Tuttavia, il vecchio Kilmer interpreta il suo ruolo di factotum, emozionando i fan del primo film. In sostanza, non illudiamoci: Top Gun: Maverick è un prodotto classico di Hollywood esattamente come lo era il primo. Non è uno di quei film che fanno riflettere, meditare, che ti segnano nel profondo. Però è un bel film, perché, tutto sommato, a Hollywood, quando vogliono, i film li sanno fare bene.
A cura di Alessandro Randi