Welcome: quando il cinema influenza la politica

Nel 2009 uscì in Francia un film che fece molto discutere, fino a portare a disegni di legge, proposte di referendum e tanto altro. Il titolo è Welcome e parla di un giovane ragazzo iracheno intenzionato ad attraversare la Manica a nuoto e raggiungere l’Inghilterra. Per la cronaca, la distanza tra Calais (città francese dove è ambientato il film) e Dover (città inglese) è di trentatré chilometri; un percorso piuttosto arduo da fare a nuoto, soprattutto se si aggiungono le correnti provenienti dall’Atlantico e l’acquadel Mare del Nord, che si aggira tendenzialmente intorno ai dieci gradi.

Bilal è un ragazzo di diciassette anni che scappa dalla guerra che sta devastando il suo paese: l’Iraq. Affrontato a piedi tutto il territorio dalla madrepatria fino alla Francia, una volta a Calais, la traversata per l’Inghilterra potrebbe sembrare a quel punto una difficoltà nemmeno troppo insormontabile. Insomma, Bilal è sostanzialmente arrivato. In più, ricordiamoci che, nel caso non riuscisse a raggiungere il Regno Unito, comunque si troverebbe in Francia e più in generale in Europa: non certo paesi in macerie a causa della guerra. Tuttavia, fallito il primo tentativo per motivi sfortunati, Bilal non demorde e si mette in testa di arrivare a Dover (e poi a Londra) a nuoto.

In realtà, per quanto ne sappiamo, il canale della Manica a nuoto è attraversabile, solo che possono riuscire nell’impresa sportivi allenati, ben muniti e soprattutto seguiti dal team. In più, durante la competizione il passaggio di traghetti e navi merci viene interrotto: si pensi nuotare in mare aperto e vedere passare a fianco un colosso grande quasi come il Titanic.

Bilal inizia a frequentare la piscina di Calais per allenarsi all’impresa e subito viene rimproverato da un istruttore: Simon Calmat. Parliamo del classico uomo di mezza età che vive la vita per metà arrabbiato perché non è diventato niente e l’altra metà depresso per lo stesso motivo. Appena divorziato dalla moglie, l’unica cosa che solleverebbe Simon sarebbe una morte veloce e indolore. Non importa quando: solo veloce e indolore. Non essendosi mai guardato intorno, non si è mai accorto che la sua città pullula di immigrati, fino a quando uno di loro non capita proprio in una delle sue vasche. Senza affetti e disincantato, Simon rivela subito al ragazzo, senza mezzi termini, quanto sia folle l’idea. Tuttavia, rimane stupito dalla tenacia del giovane, il quale, un po’ per ingenuità adolescenziale, ma soprattutto perché al di là della Manica si trova la sua fidanzata (ed ecco perché la Francia non basta), è sempre l’ultimo ad uscire dalla piscina e sempre il primo ad entrarci.

Aiutando il giovane però, Simon inciampa in una legge bizzarra che è tuttora in vigore in Francia: il favoreggiamento di clandestini, cioè coloro che aiutano gli immigrati non a uscire dal paese, ma semplicemente ad ambientarsi in Francia. È proprio per questo che il film, da noi quasi sconosciuto, ha suscitato così tanto clamore in patria. Alla sua uscita, il regista Philippe Lioret partecipò addirittura ad un dibattito con il ministro dell’immigrazione d’allora, Éric Besson, nel famosissimo show Ce soir ou jamais. In più, il parlamentare Daniel Goldberg introdusse una proposta di depenalizzazione, senza però avere successo.

Insomma, la pellicola, oltre ad essere più attuale che mai, ha scosso e scuote ancora oggi l’opinione pubblica, il che, per una democrazia è sempre un bene. Onore a Philippe Lioret.

A cura di Alessandro Randi